Nilo

Pillole dai miei appunti di viaggio – 15/22 NOVEMBRE 2010

Egitto. Basta la parola! Tutti noi sappiamo o crediamo di conoscere qualche cosa di questo grande paese. Le Piramidi, la Sfinge, Abu Simbel, Aswan (Assuan in italiano), Luxor, il lago Nasser, i faraoni, Cleopatra, Nefertari, Nefertiti, Cairo, Alessandria, il Nilo. Mi è capitato tra le mani un depliant che promuoveva una crociera sul Nilo, che qui riassumo per brevità:

giorno: Faenza/Bologna/Cairo

2° giorno: Cairo – visita al museo egizio, della Moschea di Mohammed Alì, del mercato di Khan el Khalili

3° giorno: Cairo – sito archeologico monumentale di Giza, Saqqara e Memphis

4° giorno: Cairo/Abu Simbel/Aswan – visita al tempio di Abu Simbel, proseguimento per Aswan ed imbarco sulla motonave Grand Princesse

5° giorno: Aswan/Kom Ombo/Edfu – visita della Grande Diga e del tempio di Philae, visita del tempio di Kom Ombo

6° giorno: Edfu/Luxor – visita del tempio di Horus a Edfu, proseguimento della navigazione per Luxor, con passaggio della chiusa di Esna

7° giorno: Luxor – visita del tempio di Luxor, del tempio di Karnak, della Valle dei Re, del tempio di Medinet Habu, del tempio di Hatshepsut e dei Colossi di Memmon

8° giorno: Luxor/Bologna/Faenza

Tutti coloro che avevano già fatto questa crociera me ne hanno parlato benissimo dicendosi entusiasti, raccomandando contemporaneamente di mettere in atto tutte le precauzioni del caso contro eventuali problemi gastrointestinali. Decido di partecipare. Orario previsto per la partenza ore 11 precise da piazzale Pancrazi. Finalmente una vacanza che parte alle 11 di mattina e non alle 11 di sera o alle 3 di notte. Uno dorme nel suo letto, si alza, fa il bagno, fa colazione, ricontrolla la valigia e, con tutta calma si dirige a piazzale Pancrazi, dopo essersi informato dove si trovi questo piazzale, che per i faentini è cosa risaputa, ma per i non faentini no.

Lunedì 15 mi presento in piazzale Pancrazi, conscio di non conoscere nessuno, ma ben deciso a fare il possibile affinché il viaggio risulti piacevole e rilassante, oltre che istruttivo. Mi rendo conto che i pochi già presenti si conoscono più o meno tutti. Mi viene incontro una bella signora sorridente che si presenta e mi dice: “Io sono la capogruppo”. E io sono contento perché mi sembra che il viaggio stia iniziando sotto i migliori auspici. Poi arrivano quattro amici/conoscenti che non vedevo da tanto tempo e non mi sento più solo. Arrivano tutti i partecipanti e mi convinco sempre più che si tratta di un gruppo simpatico e ben affiatato. Non siamo ancora arrivati a Bologna e gia mi sento integrato.

Volo perfetto. Atterriamo e ci presentiamo al controllo passaporti. C’è ressa ed il nostro gruppo viene dirottato in una postazione laterale dove un funzionario sta controllando due connazionali. Restiamo fermi in fila per un po’ di tempo, che a noi sembra un’eternità, poi il funzionario si mette ad urlare frasi per noi incomprensibili. Arrivano alcuni poliziotti e si portano via i due. Sotto voce, un po’ tutti incominciamo a raccomandarci reciprocamente di stare calmi, di non fare o dire cose strane perché siamo in casa d’altri e dobbiamo rispettare le loro regole e chi più ne ha più ne metta. Passano alcuni minuti, i due ritornano e passano tranquillamente il controllo documenti. Nessuno parla ma tutti ci sentiamo leggermente più tranquilli. Arrivano i bagagli, saliamo sul bus riservato numero 85 ed andiamo in albergo. Per tutto il viaggio il nostro gruppo viaggerà sul bus N. 85 ed avrà Hani come guida. Cambieranno gli autobus, cambieranno i conducenti, ma il nostro sarà sempre il bus N. 85 ed Hani la nostra guida. Arriviamo in albergo, un 4 stelle superiore, che per quanto mi riguarda potrebbe anche avere un numero di stelle maggiore. Ogni volta che si entra: metal detector e controllo bagagli. Preso possesso delle camere e cenato, con alcune partecipanti decidiamo di visitare il centro commerciale a fianco dell’albergo. All’ingrasso tre controllori selezionano chi entra e chi no. I turisti entrano. Nuovissimo, scintillante di luci, immenso, su quattro o cinque piani, ascensore panoramico, scale mobili, tutte le marche più famose e più costose presenti, dolciumi presentati come fossero pietre preziose. Decido di provare a testare i prezzi, entro in un negozio di occhiali, una marca americana molto famosa, indico un paio di occhiali e, dopo qualche disguido di comprensione dovuto alla lingua oltre che alle valute (euro/dollaro/lira egiziana) stabiliamo che il prezzo è in linea con quelli praticati a Faenza per lo stesso articolo, forse leggermente superiore. Molti giovani e molte famiglie nel centro commerciale. Per i giovani è un luogo d’incontro e per le famiglie un piacevole diversivo. Tenuto conto dell’orario fissato per la sveglia il mattino dopo e leggermente stanchi per il viaggio, decidiamo che mezzanotte può essere l’orario giusto per andare a dormire.

Nel frattempo ci sono state proposte quattro escursioni facoltative a pagamento: suoni e luci delle piramidi (€ 29,00), Cairo by night (€ 20,50), villaggio nubiano (€ 14,00) e visita di Luxor in carrozzella (€ 10,00). Come sempre, tutto ciò che è facoltativo per me è obbligatorio quando sono in vacanza; in base al principio che la prossima settimana non mi verrà riproposto. Aderisco e non ci penso più.

Il secondo giorno inizia con la visita al Museo Egizio. Durante il tragitto dall’albergo al museo, mentre costeggiamo un immenso sito circondato da mura, la guida ci dice che quello è il cimitero di Cairo ed è abitato. Per un lungo momento nel pullman scende un silenzio plumbeo, poi i più intraprendenti iniziano a porre domande ed Hani risponde che il giorno dopo chi farà il tour Cairo by night avrà modo di rendersi conto che il loro cimitero non è paragonabile ai nostri. Quando poi, tra il serio ed il faceto, dice che anche lui abita nel cimitero nessuno si interessa più dell’argomento.

Arriviamo al museo e mi rendo conto che non basterebbe una settimana per visitarlo tutto. All’ingresso ci accolgono enormi statue di faraoni ed impariamo subito alcune cose: se quando la statua fu realizzata il faraone era in vita la statua ha una gamba leggermente più avanzata dell’altra, se era morto le due gambe sono unite, gambe e braccia sono unite al tronco per evitare rotture accidentali o volute, in genere la statua è appoggiata ad un supporto per evitare che la stessa possa essere decapitata, il faraone può essere ritratto solo in piedi o seduto, tutte le statue ritraggono il faraone nel pieno della giovinezza e della forza fisica, anche se questo non corrisponde alla realtà. La nostra guida è un appassionato studioso e potrebbe descrivere approfonditamente ogni singolo pezzo del museo, dal più grande al più piccolo; vero o non vero ha tentato di dimostrare che gli egiziani hanno inventato praticamente tutto prima di tutti gli altri, dall’ago per cucire in su. Una citazione particolare per il tesoro della tomba di Tutankhamon (tomba trovata intatta perché situata sotto quella di un altro faraone) ed in particolare per la meravigliosa maschera funeraria in oro massiccio, conosciuta fotograficamente in tutto il mondo, ma che merita di essere vista dal vivo. Unico appunto fatto da qualcuno: ci sono state mostrate le mummie di alcuni animali, ma nessuna di esseri umani, come promesso.

Abbiamo poi visitato la cittadella fondata nel 1176 da Saladino, con la relativa moschea. Come tutti sanno in moschea si entra dopo essersi tolte le scarpe, oppure si possono utilizzare appositi copriscarpe acquistabili all’entrata al modico prezzo di € 0,50. Conservare i copriscarpe per utilizzarli immediatamente dopo per la visita alla moschea di Mohammed Alì, molto bella ed oggetto di numerose foto.

Nel pomeriggio visita al mercato di Khan el Khalili. Delusione! La maggior parte dei negozi sono chiusi. Oggi è la festa del Sacrificio, che ricorda il sacrificio di Abramo e Isacco, festa che durerà quattro giorni, fino a venerdì. Questa festa prevede il sacrificio di montoni o bovini, che vengono sgozzati sul marciapiede ed immediatamente squartati sul posto. Un terzo verrà donato ai poveri, un terzo ai parenti ed un terzo per il consumo della famiglia. Anche senza essere animalisti più o meno convinti le scene sono molto crude, cruenti e, se permettete, pure rivoltanti, ma il tutto fa parte della loro tradizione e va accettato.

Ci avviamo alla piazza dove è previsto il punto d’incontro con il bus 85. Siamo in anticipo e ci avviciniamo al lato della piazza dove sono allineati una serie di bar con tavoli all’aperto. La temperatura viaggia ben oltre i trenta gradi e decidiamo di provare a bere qualcosa di fresco. Vicino ai bar facciamo conoscenza con i “butta dentro”, che ci invitano a prendere posto ad uno dei tavoli; mano a mano che si avanza cambiano i “butta dentro”. Ciascuno opera tassativamente solo davanti al proprio bar. Optiamo per un tavolo in ombra e ci sediamo. Rileviamo che il copritavolo avrebbe bisogno di essere drasticamente sostituito, ma ormai siamo seduti e non ci spostiamo. Arriva il cameriere ed ordiniamo tre carcadè. Personalmente non ho mai apprezzato tale bevanda, che ho bevuto solo in un paio di occasioni, servita calda tipo tè, e rimango abbastanza sorpreso quando ci vengono serviti tre calici ricoperti da carta stagnola con cannuccia inserita e contenente un liquido colore rosso smeraldo. Assaggio titubante e rimango sorpreso dal dolce sapore della bevanda servita fresca. Per me una bevanda sconosciuta, ma molto gradevole, che dimostro di apprezzare. Mi sono offerto di pagare il conto e solo adesso mi accorgo di non avere spiccioli; ho solo una banconota da 50 euro e sono indeciso. Il cameriere mi dice che non ci sono problemi, così lascio il bar con in tasca monete per 44 euro; per un po’ non avrò problemi di spiccioli. Mi spiegano poi che tutti hanno il problema di cambiare con euro di carta le monete, che non vengono accettate in banca. Avremo modo nei giorni successivi di sentirci chiedere in continuazione di cambiare monete con euro di carta.

In serata, per chi l’ha prenotato, è previsto lo spettacolo “Suoni e luci alle piramidi”. Ci sediamo in platea sotto le stelle con davanti uno scenario spettacolare: la Sfinge con attorno le tre Piramidi. La sfinge narra la storia dell’Egitto con un incessante gioco di luci sulle Piramidi e sulla Sfinge stessa.. Ho visto per la prima volta la Sfinge e le Piramidi. Che spettacolo!

Il mattino dopo trasferimento in pullman a Giza, il sito archeologico dove sorgono le Piramidi e la Sfinge. Incominciamo dalla piramide di Cheope, la più grande e la prima ad essere edificata. Spettacolare! Sulle Piramidi è stato detto e scritto di tutto e di più, inutile che io stia qui a ripetere cose dette o scritte da altri. Posso solo esprimere tutta la mia ammirazione per queste opere architettonicamente perfette realizzate tra i 4 ed i 5 mila anni fa. Ad altri il compito di spiegare il come ed il perché. Ci spostiamo poi alla piramide di Khefren, leggermente più piccola poiché il faraone non volle farla più grande di quella del padre in segno di rispetto. Questa si riconosce anche perché è l’unica ancora con una parte dell’intonaco verso la cima. Terza ed ultima quella di Micerino, la più piccola. E’ consentito ai turisti entrare a rotazione in una delle tre piramidi; in questo periodo è possibile visitare questa. Dopo un po’ di tentennamenti decido di entrare. L’accesso è più agevole di come ci era stato descritto. Debbo onestamente ammettere di avere avvertito interiormente l’emozione per la sacralità del luogo stando nella camera funeraria, quella dove avrebbe dovuto essere posto il sarcofago con la mummia del faraone. In realtà pare che Micerino non sia mai stato deposto all’interno della sua piramide poiché morto prima che la stessa fosse ultimata. Questo dato è desumibile dal fatto che la piramide risulta avere i blocchi levigati solo attorno all’ingresso ed ancora grezzi nel resto della piramide.

Per chi lo desidera, visita facoltativa a pagamento del museo dove è conservata la nave del faraone Cheope. Interamente in legno si è conservata praticamente intatta per migliaia di anni.

Ci spostiamo poi nella zona della Sfinge. La capogruppo propone di fare un’ecumenica foto ricordo di gruppo con sullo sfondo la Sfinge e le piramidi di Keope e di Khefren. Manca quella di Micerino, ma non si può avere tutto. Per chi avesse occasione di vedere la foto, il primo in basso a sinistra di chi guarda è Hadi, la nostra guida. Bel gruppo. Indovinate qual è la capogruppo.

Prima di pranzo sosta ad una fabbrica dei papiri, lezione di fabbricazione ed acquisti. Quelli venduti dagli ambulanti in strada sono in carta di foglia di banano e valgono niente.

Nel pomeriggio tutti a Saqqara per vedere la piramide a gradoni di Zoser, che fu la madre delle tre piramidi più famose. Poi Memphis, che fu capitale nella notte dei tempi. Nel tragitto breve sosta al Mit Rahina Museum.

In serata, per chi l’ha prenotato, è previsto il tour “Cairo by night”. In pullman attraversiamo la Città dei Morti. Strade asfaltate, fognature coperte e funzionanti, illuminazione pubblica adeguata, ci sono delle casette con porte e finestre chiuse ed altre dove la luce è accesa e le persone stanno cenando, parlando, guardando la televisione, qualcuno cammina per la strada, ci sono alcuni negozi, tra cui un generi alimentari; sembra di attraversare una tranquilla cittadina di provincia, molto tranquilla. Anni addietro gli studenti di medicina, necessitando di cadaveri su cui fare pratica, tramite le università si rifornivano di materiale prelevando gli organi ai defunti o rubando le salme stesse. Nel contempo la popolazione del Cairo aumentava per l’immigrazione di coloro che provenivano dalle campagne, persone volenterose, ma indigenti e non in grado di pagare l’affitto di un appartamento. Si giunse così ad un compromesso, queste famiglie furono alloggiate in locali adiacenti le tombe in cambio di un affitto minimo e dell’impegno di fungere da guardiano contro i furti. Attualmente l’affitto pagato è di circa 10 euro al mese.

Abbiamo poi visitato il mausoleo eretto in onore del presidente Sadat assassinato in un attentato ed abbiamo camminato attraverso il quartiere arabo visitando anche Palazzo Baron dove ha sede anche una scuola cranica. Avremmo dovuto trovare i negozi aperti, ma, causa la festività, i due terzi erano chiusi.

Ultima tappa il Ponte degli Innamorati che attraversa il Nilo. Essendo giornata festiva, i cairoti erano tutti in strada (dicono che siano 20 milioni di giorno e 17/18 di notte). Il Ponte era super affollato, in particolare da giovani. Appena il pullman si è fermato per farci scendere, una pattuglia della polizia turistica a piedi si è affiancata e si è interposta tra noi e la folla, scortandoci fino all’arrivo dalla parte opposta. Personalmente non ho mai apprezzato gli assembramenti, ma in questo caso la folla non mi ha trasmesso alcun senso di pericolo, poi una delle signore del gruppo si è stretta al mio braccio sinistro chiedendomi se poteva restare così fino alla fine del ponte, così ho dovuto prendere atto che un pericolo reale esisteva ed ho apprezzato l’operato della polizia turistica.

E’ stata una bella esperienza, ma eravamo tutti più rilassati quando siamo risaliti sul pullman. Siamo poi rientrati in albergo felici e contenti poiché ci hanno comunicato che la sveglia del mattino dopo era stata posticipata dalle quattro alle cinque.

4° giorno, tutti in aeroporto di buon mattino poiché l’aereo per Asswan via Abu Simbel parte alle 8. Sbrigate le pratiche doganali, alle 7 siamo pronti per imbarcarci. Alle 8 sono arrivati anche un gruppo di americani ed un gruppo di giapponesi. Verso le 9, visto che nessuno ci chiama per salire a bordo, tentiamo di socializzare con gli americani (onestamente sono un po’ scarso in giapponese, molto più che in inglese); vengono dalla California, sono diretti a Luxor ed il loro aereo doveva partire 20 minuti dopo il nostro. Invece partono prima di noi. Poi partono i giapponesi. Quando sembra che tutto sia perduto ci imbarcano e partiamo.

Abu Simbel! Da solo vale il prezzo del biglietto. Interamente scavato nella roccia, presenta nel frontale, oltre a numerose sculture ed altre opere d’arte, quattro enormi statue del faraone Ramsete II seduto alte almeno 20 metri. Pur avendolo già visto in fotografia, debbo ammettere di essere rimasto estasiato nell’ammirarlo dal vivo. Quando poi sono entrato sono rimasto a bocca aperta e senza parole, interamente dipinto, scolpito, intarsiato, lavorato con tutta la tecnica e l’abilità che gli artisti del tempo potevano avere. Dire che si tratta di un’opera d’arte eseguita alla perfezione significa sminuirne il valore. Forse ad altri non ha fatto lo stesso effetto, ma io porterò per sempre dentro di me l’emozione che ho vissuto all’interno del tempio di Abu Simbel. Giustamente la nostra guida dice che si sono verificati due miracoli, il primo quando è stato costruito, il secondo quando è stato spostato dal suo sito originario all’attuale collocazione. E’ cosa nota, ma vale la pena ripeterla, quando è stata costruita la diga di Aswan che ha originato l’immenso lago Nasser l’acqua avrebbe sommerso il tempio causandone inevitabilmente la distruzione (più di 40 templi sono stati sommersi). Per salvarlo, fu smontato in blocchi di circa 30 tonnellate, spostato e ricostruito esattamente com’era, con la stessa direzione rispetto al sole. Ad un centinaio di metri di distanza dal tempio di Ramsete II sorge l’unico tempio egizio dedicato ad una regina, Nefertari, moglie di Ramsete II. La regina più bella d’Egitto. Non Cleopatra, non Nefertiti, ma Nefertari fu la più bella. Uscito dal tempio di Nefertari, bello ma non paragonabile con quello del marito, non ho potuto esimermi dal rientrare nel tempio di Ransete II per immagazzinare altre emozioni.

Poi via di corsa perché c’è un aereo che ci attende e partirà anche se noi non saremo a bordo.

Atterraggio ad Aswan ed imbarco sulla motonave Grand Princesse.

Nel pomeriggio gita in battello sul Nilo e visita ad un villaggio nubiano, con vista, da lontano del mausoleo dell’Aga Kan. Il lago Nasser, oltre ai templi di cui parlavamo prima, ha fatto scomparire anche la Nubia cancellando per sempre ogni traccia del suo territorio e delle sue tradizioni; i nubiani sono stati trasferiti in nuovi villaggi, forse migliori di quelli che avevano dovuto lasciare, ma che si trovano comunque in mezzo al deserto. Anche in questo villaggio, come in ogni altro sito frequentato da turisti, torme di ambulanti e di bambini ti attorniano per venderti qualche cosa o semplicemente per chiederti un euro; qui vendono bamboline di legno per un euro. Non ho comprato la bambolina, ma ho volontariamente regalato la stessa moneta ad una ragazzina che mi ha tenuto amorevolmente una mano mentre salivo la scalinata dall’imbarcadero al villaggio. Quando poi ci hanno detto che i nubiani praticano la circoncisione per i maschietti e l’infibulazione per le bambine mi sono rattristato. Di questo villaggio, oltre al viso della ragazzina con le trecce nere nere, mi rimane il ricordo del vecchietto vestito di bianco che ha preso in braccio un piccolo coccodrillo (lungo comunque più di un metro) ed ha convinto un paio di signore del gruppo, tra cui la capogruppo, a fare altrettanto.

A bordo briefing e coctail analcolico multicolore di benvenuto. Orari e tempistiche per i giorni successivi e comunicazione che la sera seguente si svolgerà la serata araba; i turisti sono invitati ad indossare abiti adeguati all’occasione. Dopo cena tutti impegnati a decidere cosa fare: mi vesto, non mi vesto, cosa mi metto, decido domani, cosa fanno gli altri. Tanti in fila a provare abiti che non ho visto indossati da alcun egiziano, ma tant’è.

La mattinata successiva è piena. La vera delusione, per me, è la visita alla grande diga che ha generato il lago Nasser, la maestosità della costruzione non mi ha impressionato.

Meritevoli ed interessanti i due templi tolemaici di Philae, dedicato ad Iside ed anche questo traslocato dal sito originario per evitare che finisse sott’acqua, e di Kom Ombo dedicato agli dei Sobek il dio coccodrillo e Haroeris, una delle manifestazioni solari di Horus, interessante anche perché essendo dedicato a due dei è tutto doppio. Nel mercatino, per fare tornare i conti in una lunga ed estenuante trattativa condotta per conto di due turiste, che hanno acquistato vari manufatti con evidente soddisfazione sia per quanto acquistato, sia per il prezzo pagato, ho acquistato, prendendolo al volo senza guardare, un portachiavi. Non ha importanza il valore intrinseco dell’oggetto o la piccola somma pagata, quanto la constatazione che reca l’effige ed il nome scritto con l’alfabeto dei geroglifici della regina Nefertari (più lo guardo e più mi piace).

In serata quasi tutti vestiti con abiti arabi e grande divertimento per tutti, anche chi aveva scelto di continuare a vestire abiti occidentali ha partecipato alla festa. I tre pullman presenti sulla nave si sono sfidati in alcune scenette, che hanno provocato l’ilarità generale e sono serviti assieme ad altro materiale a realizzare il filmino che molti di noi hanno acquistato per portare a casa questo simpatico ricordo. Per quanto riguarda il bus 85: complimenti al gruppo che ha realizzato la scenetta: cammello/mummia/piramide; complimenti alla coppia che ha realizzato la scenetta: soccorso ad un bimbo in difficoltà, con un cambio pannolino da applausi a scena aperta; complimenti alla coppia che ha interpretato la scenetta Giulietta e Romeo ai tempi nostri; complimenti alla signora che ha interpretato la scenetta uomo fico (non l’albero); complimenti al signore che ha interpretato la scenetta ragazza sexi, con tanto di baffi e petto villoso; complimenti alle tre signore che hanno eseguito la danza del ventre; complimenti ai tre signori che hanno eseguito la danza della panza; complimenti al coro che ha cantato sulla musica di Romagna Mia una canzona scritta nel pomeriggio da una paroliera del gruppo. A mio parere il bus 85 aveva vinto ampiamente, ma per la giuria è stato meritevole solo del secondo posta. Allegria!

Edfu. Tempio di Horus. Uno dei templi più recenti, ma costruito secondo i canoni dei templi più antichi: iniziato nel 237 a.C. da Tolomeo III fu completato circa duecento anni più tardi nel 57 a.C. da Tolomeo XIII. Molto ben conservato, il portale d’ingresso affiancato da due piloni massicci immette in un vasto cortile circondato su tre lati da 32 colonne tutte lavorate con scene raffiguranti il faraone che compie riti religiosi. L’ingresso alle sale del tempio è sorvegliato da due statue a forma di falco eretto con in testa la due corone dell’Alto e del Basso Egitto, quella di sinistra intatta l’altra con la testa lesionata. Ci sono poi due sale decorate, a cui potevano accedere i fedeli, seguite da altre due sale trasversali, interdette ai fedeli, nelle quali venivano consacrate le offerte fatte al dio. Infine si arriva al tabernacolo del dio a cui era consentito l’accesso solo ai grandi sacerdoti; ai turisti non è consentito l’accesso al tabernacolo, ma solo la possibilità di scattare foto dalla porta transennata. Peccato che, essendo stato utilizzato come abitazione, il fumo abbia danneggiato i dipinti del soffitto.

Il passaggio della chiusa di Esna ha destato il previsto interesse tra i passeggeri mentre la nave si abbassava per compensare il dislivello dell’acqua.

Arrivati a Luxor, chi aveva prenotato, ha trascorso un centinaio di minuti a spasso per la città comodamente seduto su di un calesse biposto.

Durante la cena la capogruppo si è premurata gentilmente di distribuire gli appunti relativi al programma che ci attendeva (tutti scritti a mano singolarmente). Grazie!

21-11

Ore 5 Sveglia

Ore 5,15 valigia fuori Bagaglio a mano 4° piano (salone feste) – colazione

Ore 6 partenza

Ore 14,00 pranzo in nave, poi recupero bagaglio – pomeriggio libero

Hotel Sonesta S. George

Ore 19,30 in Hotel cena

Lunedì 22-11

Ore 3,00 sveglia

Ore 3,15 valigia fuori – colazione

Ore 4, 00 partenza

Dopo cena spettacolo con danzatrice del ventre e danzatore dervisci. Meglio lui di lei, ma entrambi ampiamente insufficienti. Applausi di simpatia.

Ci aspetta una giornata piena e faticosa. Incominciamo dal tempio di Luxor che non è molto distante dall’attracco della nave. In cominciamo di qui perché le navi da crociera sono quasi tutte attraccate a Luxor e ci sono in giro moltissimi turisti e, di solito incominciano dalla Valle dei Re che noi faremo invece per ultima, Poiché le navi attraccano l’una a fianco dell’altra, per scendere abbiamo attraversato tutte quelle attraccate tra la nostra ed il molo (c’è chi dice di averne contate sedici, io solo quattordici). Siamo i primi e battiamo di circa venti minuti un gruppo di giapponesi. Il tempio venne iniziato da Amenophis III dedicato al dio sole Amon-Ra, a sua moglie ed a suo figlio. Fu poi abbandonato dal suo successore Akhenaton, marito di Nefertiti, che trasferì la capitale e proclamò il monoteismo sostituendo tutti gli dei esistenti con l’unico dio Aton (si può immaginare quale fu la reazione dei sacerdoti a cui aveva così tolto potere). Il suo successore Tutankamon pensò bene di ripristinare il politeismo aggiungendo altre costruzioni a questo tempio, cosa che faranno altri faraoni dopo di lui. Pare che, quando salì al trono all’età di nove anni, il suo nome fosse Tutankaton (amato da Aton), ma che il suo tutore lo consigliasse di cambiarlo in Tutankamon (amato da Amon).

A due chilometri di distanza si trova il tempio di Karnak. Immenso. Sicuramente il tempio più grande d’Egitto (i vari faraoni hanno continuato ad aggiungere costruzioni nell’arco di duemila anni). Era collegato col tempio di Luxor dal Viale delle Sfingi. Anche questo tempio era dedicato al dio Amon-Ra e rappresenta il massimo della potenza dei sacerdoti (in una decorazione un sommo sacerdote si è fatto effigiare più grande del faraone, cosa inammissibile). Con una guida come Hani, che conosce praticamente tutti i dettagli di quasi tutti i templi egizi, si potrebbe restare tre giorni nel tempio di Karnak e lui parlerebbe ininterrottamente illustrando i più piccoli dettagli, oltre ai maggiori, ma ci attende la Valle dei Re con le sue tombe e non solo, il bus 85 non può aspettare.

Nella Valle dei Re si trovano le tombe di numerosi faraoni, ma solo alcune sono visitabili a turnazione. Con un biglietto si possono visitare tre tombe a scelta. Tutte le tombe sono dipinte e descrivono la vita e le opere del faraone che vi fu sepolto. La guida non può entrare e ci racconta all’esterno cosa vedremo, cosa osservare con maggiore attenzione e su cosa soffermarci. Ogni visita dura dai dieci ai quindici minuti, ma meriterebbe molto più tempo. Una curiosità. Avendo un unico biglietto per le tre tombe, all’ingresso un addetto annulla il biglietto forandolo con un bucatore. L’addetto all’ingresso della prima tomba svolgeva il proprio compito con una solerzia che avrebbe fatto invidia ad un bradipo (animale che si muove al rallentatore). Appoggiato alla parete, con un occhio chiuso e l’altro aperto per un terzo, il braccio sinistro abbandonato verticalmente lungo il corpo ed il braccio destro appoggiato al muro, protendeva la mano destra quanto bastava per consentire al turista di introdurre il biglietto nell’oggetto che aveva in mano e attendere che lui riuscisse a stringere il pollice e l’indice quanto bastava per compiere il difficile ed oneroso lavoro di cui era incaricato. Io sono riuscito a fatica a fargli fare il buco in un angolino del biglietto, non fossi stato così ligio al dovere, avrei potuto visitare gratuitamente una quarta tomba.

Il tempio di Hatshepsut, scolpito nella roccia, è importante unicamente perché voluto ed edificato dall’unico faraone donna. E’ una storia complessa, ma, nonostante fosse femmina, era riuscita a convincere prima se stessa, poi anche gli altri, di avere il diritto di fregiarsi del titolo di faraone e di essere discendente diretta degli dei. Il suo successore, l’amava a tal punto che fece cancella ovunque sia il suo nome che la sua effige. L’unica statua rimasta è quella che si trova in questo sito.

Passando, ci siamo fermati il tempo di scattare una foto ai giganti di Memnon (misurano 16,60 metri di altezza più 2,30 di basamento) e raffigurano il faraone Amenophis III e la divinità Memnon.

Rientro alla nave, pranzo e trasferimento all’Hotel Sonesta S. George.

Dopo cena, un’ultima passeggiata per Luxor, sempre tenendo presente che la sveglia è prevista per le tre. Decidiamo di andare tutti in gruppo nella via del mercato. E’ domenica, ma i quattro giorni di festa sono finiti venerdì, oggi per loro è un giorno lavorativo e tutti i negozi sono finalmente aperti.

Dopo un primo momento di ambientamento durante il quale facciamo gli indifferenti, guardiamo, osserviamo, cerchiamo di capire, il gruppo si dissolve in tanti gruppetti interessati alle merci esposte ed iniziano le trattative. Alcune signore che si sentono in difficoltà a trattare il prezzo e sono interessate all’acquisto mi delegano alla trattativa. Debbo riconoscere a me stesso un’abilità di cui non ero a conoscenza e mi scateno adottando tutte le tecniche del caso e stando al gioco dei commercianti, che pur di non perdere l’affare ti rincorrono quando abbandoni la trattativa e fingi di andartene. Incomincio con dei bracciali di legno lavorato, che acquistiamo ad un terzo del prezzo inizialmente richiesto. Proseguiamo con delle borse firmate, autenticamente false, molto belle e ben rifinite, oggetto del desiderio di due amiche, ma abbandono la trattativa, con loro grande disappunto, per una differenza di 5 euro tra domanda e offerta per due borse. Percorsi una trentina di metri, mi raggiunge un ragazzo che in uno stentato italiano mi informa che il commerciante ha deciso di concedermi un ulteriore sconto di 2 euro. Tento di trattare, ma il ragazzo, tutto agitato, mi dice: “Ultimo prezzo”. Mi rivolgo alle due amiche. Una mi chiede: “Ma è il prezzo di una o di due?”. Chiarisco col messaggero del venditore che per quel prezzo portiamo a casa entrambe le borse e chiedo: ”Siete sicure di volerle comprare a questo prezzo?”. La risposta non lascia margini ai dubbi: “Certo, in Italia costano cinque o sei volte di più”. Avuto il loro assenso, torniamo indietro e chiudiamo la trattativa. Successivamente tratto un bracciale d’argento ed il gioielliere si offende quando gli dico che non è marcato e pretende che verifichi con la lente che è marcato. Dopo un po’ capisco che siamo arrivati al limite e chiedo, come di consueto se è sicura di volerlo acquistare a quel prezzo e mi risponde che lei lo avrebbe pagato anche il doppio. Affare fatto.

Io acquisto delle spezie, che ho intenzione di regalare, ma che non conosco: cardamomo, coriandolo, carcadè, menta, zenzero, zafferano (per quanto costa tutto può essere fuorché zafferano) e non so più cas’altro. Come di consueto faccio una lunga trattativa e alla fine non ricordo più cosa ho comprato e se il prezzo che ho pagato è con lo sconto o senza sconto. Mi autoconvinco di avere fatto un affare (?). Qualcuno afferma che l’affare lo fa sempre chi vende, ma se io acquisto una cosa che avevo deciso di comprare e la pago meno di quanto ero disposto a spendere, chi ha fatto l’affare?

Tutti di corsa in albergo a controllare la valigia, perlustrare la stanza alla ricerca di cose eventualmente dimenticate e cercare di dormire.

Quando alle tre suona la sveglia dell’albergo nessuno sta ancora dormendo, pochi minuti dopo ci troviamo tutti a fare colazione. La capogruppo, che non parte con noi ed avrebbe potuto riposare almeno un altro paio di ore, si è alzata per controllare che nessuno si sia perso e per salutarci (che carina) ed affidarci alla vice capogruppo che ci assisterà fino a Faenza. Baci, abbracci poi tutti di corsa sul bus 85 per l’ultima volta. Direzione aeroporto.

Volo tranquillo, atterraggio all’aeroporto Marconi di Bologna in orario perfetto. Il pullman ci aspetta al parcheggio pullman e ci porta a Faenza in piazzale Pancrazi. Fa freddo, ma molto meno di quanto ci era stato anticipato. Recuperiamo le valige, un rapido saluto, un arrivederci, la vacanza è finita, ognuno verso la propria meta. Che nostalgia!

A differenza di altri viaggi organizzati e di altre nazioni, qui la guida acquista i biglietti al botteghino e li distribuisce ai turisti che si presentano all’ingresso ciascuno col proprio biglietto. Me ne ritrovo in tasca 17, che elenco a futura memoria, tra parentesi il costo in Lire Egiziane (€ 1 = 7,7649 LE secondo il cambio praticatomi il 16/11/2010 ore 15:28:21 dalla macchinetta della National Bank of Egypt presente in albergo): EGYPTIAN MUSEUM (60), CITADEL OF SALAH AL-DIN (50), GIZA PIRAMIDS (60), CHEOPS BOAT MUSEUM (50), MIT RAHINA MUSEUM (35), MENKAURE’S PIRAMID (30), IMHOTEP MUSEUM & SAQQARA (60), ABUSIMBIL – TWO TEMPLES (80), MONISTRY OF WATERRESOURCES & IRRIGATION VISIT TO HIGH DAMSITE (20), PHILAE TEMOLE (50), KOM OMBO TEMPLE (30), EDFU TEMPLE (50), LUXOR TEMPLE (50), KARNAK TEMPLE (65), AL-DEIR AL-BAHARI TEMPLE (30), HABU TEMPLE (30), THE VALLEY OF THE KINGS Three Tombs (80).

Mentre scrivo osservo tre soprammobili che fanno bella mostra di sé nel mio studio; rappresentano (da sinistra a destra per chi guarda): la testa di Nefertari, la maschera aurea di Tutankamon e la Sfinge. Sono in gesso e non hanno alcun valore. Le ho pagate un terzo di quanto mi era stato chiesto e la metà di quanto ero disposto a pagare. Sono esattamente quello che volevo acquistare!

Arrivederci al prossimo viaggio!.

(Valter Broccoli)

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