Pozza

24-25-26 Gennaio 2010

Il gruppo di 35 partecipanti tra sciatori e non, è partito la mattina del 24 gennaio, di buonissima ora da Piazzale Pancrazi alla volta di Pozza di Fassa. Giunti all’Hotel Gran Baita prima delle 11,00, scaricati i bagagli gli sciatori sono corsi subito in “pista” mentre i restanti partecipanti si recavano in escursione al mitico Lago di Carezza. Dopo le foto di rito e il pranzo nella panoramicissima baita “da Jolanda” al passo Nigra, il rientro in hotel ha riunito il gruppo. A degna conclusione della giornata, prima di cena, molti si sono concessi una meritata sosta al “centro benessere”.

Lunedì 25 è stato, complice una bella giornata di sole, il clou di questi tre giorni. Gli “sciatori”, dopo il rodaggio del giorno prima, hanno potuto dare libero sfogo alla loro passione sulle piste del Buffaure mentre per 17 “avventurosi” il percorso in motoslitta attraverso il bosco e la salita di sette chilometri percorsa in circa 20 minuti è stata a dir poco inebriante. L’arrivo alla Malga Monzoni (1862 mt.), un anfiteatro naturale di rara bellezza e innevato fino all’inverosimile, ha predisposto la compagnia ad apprezzare le proposte gastronomiche tipiche del luogo.

Per dieci “temerari” il ritorno a valle, complici l’allegria e lo sprezzo del pericolo è stato effettuato non con la motoslitta ma utilizzando singoli e veloci slittini messi a disposizione dall’organizzazione. Tutti sono giunti a destinazione, in ordine sparso, ma incolumi. Alle 16,30 diversi partecipanti hanno impiegato le rimanenti energie per un’escursione in pullman a Canazei. Al ritorno il “centro benessere” e l’ottima cena hanno fatto il resto.

Il martedì 26, mattinata e primo pomeriggio a disposizione per shopping, un’ultima sciata e un’escursione in funivia al …..???

Partenza dall’Hotel alle 15,30 per il ritorno a casa .

Che dire…., sono stati tre giorni certamente intensi, con i ritmi giusti ma mai frenetici.

Un grazie va rivolto senz’altro alla cortese ospitalità “faentina” dell’Hotel Gran Baita Villa Mitzi, all’Agenzia Erbacci e ai suoi mezzi di trasporto confortevoli e sicuri (un grazie particolare lo merita Federica, “pilota”, pardon, “conducente” di rara perizia e disponibilità).

Ultima, non certo per ordine di importanza va ringraziata il Capitano Giò per la dedizione, il cuore e l’esperienza che mette in queste occasioni. E’ un vero punto di riferimento per la “truppa” dimostratasi allegramente tranquilla e dotata di buon spirito di gruppo.

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